IPERCOOP DI PERUGIA COLLESTRADA – COSE DA RIDERE CHE FANNO TRISTEZZA
Anche questo rientra nella pace.
Siamo al 21 giugno 2012 e vado alla ipercoop. Quando esco dal mercato suona l’allarme.
Può benissimo accadere: un qualche piccolo guasto o qualcosa nel mio borsello che ha fatto scattare l’allarme. Cose che capitano come accade anche negli aeroporti e quindi mi fermo per vedere cosa abbia fatto scattare l’allarme. E’ il borsello che subito presento al giovane incaricato alla sorveglianza. Mi offro di aprire il borsello, ma lui non vuole e chiama, addirittura, la vigilanza. La gente intorno guarda questo sacerdote che sarebbe colto con le mani nel sacco. Un po’ di sorrisi ironici. Siamo intorno alle ore 17,00.
Dopo una decina di minuti fermo alla mia vergogna, arrivano due guardie giurate (mi si farà notare) che non vogliono vedere l’interno del borsello, ma solo costatano che vi era stato un difetto nell’allarme. Dunque tutto a posto.
Ma e la mia vergogna?
E il mio tempo perso?
Chiedo un risarcimento consistente in uno scritto in cui si affermi l’errore e magari mi si chieda anche scusa se lo vorranno.
La risposta è secca: Non siamo autorizzati a rilasciare dichiarazioni. Chiedo allora i loro nomi. (credo infatti che non sia la divisa che autentica una guardia, ma il tesserino che avrebbero, io penso, dovuto mostrarmi nel presentarsi). Anche qui un no secco. Non possiamo. Io insisto ed essi chiamano al telefono un certo signor X che non viene. Ed ancora io insisto ed arriva un signore immagino un qualche dirigente. Nulla da fare in quanto allo scrivere e nulla da fare nel declinare il proprio nome. Penso allora di trovarmi di fronte a rappresentanti di quella tipica struttura che a noi piccoli mortali non è mai dato guardare negli occhi. Accade infatti che il comune cittadino spesso non possa raggiungere un qualche responsabile di strutture per chiedere spiegazioni. Insisto. Mi dicono (colmo del ridicolo) che posso benissimo andare dai carabinieri per fare denuncia. Faccio notare che bastava che il giovane alla postazione di allarme, avesse accertato la mia innocenza senza dover chiamare le guardie come per un ladro. Mi si risponde che tale è la prassi. Il moloch ci guarda dall’alto. Minaccio di scrivere e pubblicare l’evento in internet, ma nulla da fare: la Struttura ci sovrasta. Non so se ridere o piangere. Credo che sarebbe da piangere con molte lacrime. E penso: ieri 20 giugno Perugia celebra la liberazione dal dominio papale. Domani, 22 giugno, Assisi ricorda la propria liberazione per i meriti di santa Chiara. Perché allora non inserire fra le due date di liberazione anche il 21 giugno, cioè oggi, come data di liberazione dai moloch delle strutture troppo alte per i comuni mortali? Ed è quello che faccio con questo scritto. Come finale devo dare atto che i quattro rappresentanti con cui mi sono incontrato, incolpevoli esecutori, immagino, sono stati sempre gentilissimi, sia pure irremovibili, nei miei riguardi. Chiedo pertanto scuse ufficiali e un centesimo di euro come risarcimento danni morali.
Grazie.
GianMaria Rocco Polidoro