ArtePace

Avete mai pensato all’arte come chiave per avviare il progresso per lo sviluppo civile e tecnologico di un popolo?
Assisi Pax International propone di immaginare l’arte quasi fosse un rampino che l’uomo lancia in alto su uno spuntone di roccia da scalare. Una volta agganciato il rampino, egli si sostiene alla corda mentre ascende. E quando giunge alla balza trova ancora l’invito ad andare oltre, e ripete fl lancio e si arrampica ancora verso la vetta.
La civilizzazione umana progredisce così, con l’arte che aggancia il più in alto, il nuovo; che anticipa il progresso presentandolo sotto forma artistica ed illuminando il futuro. La comunità umana fa esperienza dell’arte, come anche della religione, ed impara a guardare oltre e trascendere la pura materialità programmando così una crescita di civiltà.
Per questo all’arte va riconosciuto non solamente un valore di godimento estetico (che potrebbe anche essere considerato di limitato valore), ma la capacità di innalzare l’uomo alle vette della civiltà.
L’arte pertanto non è un lusso a volte inteso a discapito dei poveri e dei diseredati, ma una necessità umana senza la quale il progresso sarebbe nullo o troppo lento.
Quando il genere umano cominciò a fare religione ed arte, intraprese il cammino che noi ancora stiamo percorrendo.
Il pensiero sopra espresso ci spinge a valorizzare il lavoro di produzione artistica come essenziale alla convivenza umana, e riconoscerlo come strada per una civiltà di Pace.

Valori da riscoprire

Di frequente mi giungono lettere e telefonate piene di preoccupazioni per quanto accade nella nostra società locale e nazionale come anche nel mondo intero.
Personalmente cerco di dare risposte che non siano parole consolatorie, ma che indicano strade da percorrere.
Come primo punto sottolineo la necessità di riscoprire e proporre il valore del sacrificio e del lavoro.
Oggi tutto deve essere facile ed ogni famiglia, ogni genitore ha la sola preoccupazione di rendere facile la vita a se stessi ed in particolare ai figli.
Questa non è la strada giusta. E’ ora che ci si renda conto della fatica per procurare il pane. Il nostro consumismo deve dare spazio ai problemi della fame nel mondo. La nostra voglia di divertimento non deve giungere a farci dimenticare le sofferenze degli altri.
Se dai diecimila lire a tuo figlio preoccupati che egli conosca la fatica del lavoro.
Quanti giovani annoiati girano per il nostro mondo e corrono rischi enormi di trasformarsi in sfaticati o delinquenti! Diamo loro lavoro, impegni.
Torniamo ad essere esigenti.
Sarebbe anche opportuno che si parlasse loro di Cristo, morto e risorto.

Gruppi di studio

Ricordiamo gli impegni dei Soci ed Amici della nostra Associazione ad organizzarsi in gruppi omogenei per parlare di Pace, studiare percorsi di Pace perché la nostra società umana possa intraprendere un nuovo corso di accordo con il Vangelo. Attendiamo suggerimenti e resoconti delle varie attività.

Ripensiamo un po’ alla storia

Gli antichi egizi hanno racchiuso nelle piramidi molta tecnologia che non fu compiutamente valorizzata finché non giunse un popolo geniale che lo usò per stendere strade, gettare ponti, innalzare case.
Così potrebbe essere per la pace.

Cento anni fa nel mondo occidentale si credeva che la torta del benessere fosse appena sufficiente per poche migliaia di persone. Oggi la crescita culturale e sociale ha fatto sí che centinaia di milioni di persone abbiano benessere che, però, deve ancora essere esteso ai diseredati del globo.
Così potrebbe essere per la pace.

Sessanta anni fa in Europa il secondo conflitto mondiale ha contrapposto nazioni in una sfida per raggiungere ricchezza e potere. Oggi la realtà dell’Unione Europea ci fa capire che la collaborazione produce maggiori vantaggi e più ricchezza di quanto ne possa produrre la violenza.
Così potrebbe essere per la pace.

Fino a pochi anni fa la crescita industriale avveniva, in buona parte, aggredendo la natura. Poi la sensibilità ecologica ha cambiato molti e, imprevedibilmente, ci siamo accorti che la crescita umana ha maggiori prospettive se si lavora rispettando la creazione.
Così potrebbe essere per la pace.

1 Molti pensano che la Pace sia una delle tante cose da fare. C’è gente che, quando parli loro di Pace, ti rispondono che vi sono mille attività da portare avanti e che non possono aggiungere anche questo tema ai molti di cui sono preoccupati.
A tutti vorrei dire, con molta chiarezza, che la Pace non è un tema da trattare, ma una realtà da vivere. Non è una attività da portare avanti, ma è una condizione del nostro essere in base alla quale noi pensiamo ed agiamo.
La Pace è costitutiva dell’essere umano. Dio creò l’uomo nella Pace e solo il peccato ha portato guerra, distruzione e morte. Nella pienezza dei tempi, Cristo ci ha redenti, riconducendoci nel biblico Eden.

2 S. Francesco afferma nei suoi scritti di aver avuto due rivelazioni: “che dovevo vivere secondo la forma del Santo Vangelo” ( Test., 14) “che dicessimo questo saluto: il Signore ti dia Pace” (Test., 23). Queste sono le due direttrici di fondo di ogni francescano. Cioè non puoi essere vero seguace di Francesco se non senti questi due punti come “costitutivi” della tua vita e non semplicemente come cose da fare nella tua attività quotidiana.

3 Quando qualcuno ti viene incontro con la violenza, tu rispondi con la tua Pace. Il violento ha animo infantile e non lo si aiuta usando la stessa violenza. La forza invece, che non è violenza, è propria di ogni persona adulta. A chi ti attacca con violenza, tu rispondi con quella forza che ti fa adulto.

Assisi Pax saluta con S. Francesco tutti coloro che leggeranno questi messaggi: “Il Signore vi dia Pace”.

La non-violenza

Lo spirito ed il metodo della non violenza non si fermano al semplice fatto di agire rifiutando azioni violente; ma consiste nel fatto che si pensa, si parla, si agisce all’interno di un’atmosfera di reciproca accettazione, apprezzamento, aiuto e così via, verso un orizzonte ancora tutto da scoprire.
Il Vangelo ad esempio, è completamente immerso in una realtà non violenta; ed il cristiano che accetta la violenza non ha anima evangelica.
Ciò premesso, dobbiamo precisare qualcosa di molto importante. Non violenza è concetto positivo che rifiuta la violenza, ma apprezza la forza come dono della natura all’uomo. Stiamo attenti a non confondere la forza, che è virtù, con la violenza che è assenza di equilibrio nell’uso della forza. Noi siamo chiamati a vivere lo spirito di Pace ed a costruire in noi una struttura interiore pacificata e pacifica, aliena da ogni tipo di violenza e rispettosa di ogni creatura, a partire da noi stessi.

La forza, come detto sopra, è virtù, cioè capacità buona per operare. Essa permette di fermare la violenza altrui (cioè la forza usata in modo squilibrato) senza ricorrere ad atti violenti. Il nonviolento è un uomo forte. Proprio perché forte egli può permettersi di essere nonviolento. La violenza infatti è sintomo chiaro di debolezza o di insicurezza anche quando si fosse fisicamente robusti.

Lo Sciopero

Le vicende degli ultimi scontri fra sindacato e governo, fa riaffiorare alla nostra sensibilità quanto accade spesso durante gli scioperi dei trasporti. Famiglie povere, magari con figli piccoli, si trovano di colpo invischiati in uno sciopero di cui nulla sanno e nulla capiscono. Questo accade spesso negli aeroporti dove uno sciopero fa saltare coincidenze, arrivi e partenze per destinazioni lontane.

Il Perdono

Di frequente mi giungono lettere e telefonate piene di preoccupazioni per quanto accade nella nostra società locale e nazionale come anche nel mondo intero. Personalmente cerco di dare risposte che non siano parole consolatorie, ma che indicano strade da percorrere. Come primo punto sottolineo la necessità di riscoprire e proporre il valore del sacrificio e del lavoro.
Oggi tutto deve essere facile ed ogni famiglia, ogni genitore ha la sola preoccupazione di rendere facile la vita a se stessi ed in particolare ai figli. Questa non è la strada giusta. E’ ora che ci si renda conto della fatica per procurare il pane. Il nostro consumismo deve dare spazio ai problemi della fame nel mondo. La nostra voglia di divertimento non deve giungere a farci dimenticare le sofferenze degli altri. Se dai diecimila lire a tuo figlio preoccupati che egli conosca la fatica del lavoro. Quanti giovani annoiati girano per il nostro mondo e corrono rischi enormi di trasformarsi in sfaticati o delinquenti! Diamo loro lavoro, impegni. Torniamo ad essere esigenti. Sarebbe anche opportuno che si parlasse loro di Cristo, morto e risorto.