ASPETTANDO LA RESURREZIONE DEL SIGNORE
A TUTTI VOI SOCI/E ED AMICI/E DI ASSISI PAX INVIO L’AUGURIO DI UNA FELICE PASQUA.
Carissimi/e attendiamo il giorno di Pasqua, cioè della resurrezione del Signore nostro Gesù Cristo mentre in tanti luoghi della terra c’è guerra e, ove non c’è guerra, spesso dobbiamo costatare un odio crescente anche all’interno delle famiglie. Perché? Noi ci domandiamo perché e magari non sappiamo dare una qualche risposta. Parliamo di pace, chiediamo pace ovunque nel mondo, dimenticando però che la pace vera non è quella di cui parliamo spesso e che dovremmo indicare col suo nome vero: armistizio. Armistizio fino alla prossima guerra; armistizio che non è Pace, quella vera, di cui ci ha parlato Gesù Cristo: “Vi do la mia Pace, non come il mondo la da io ve la do” (Giov. 14,27). Ricordiamo la storia della umanità: tante guerre, tante conflittualità, tante motivazioni di orgoglio e di vincite e rivincite, con una sola ed identica prospettiva, intere popolazioni che soffrono, bambini ed adulti che muoiono. Molti di voi, certamente sapete che io non parlo di cose lette nei libri o ascoltate in televisione. Sono cose viste. e vissute. Io so cosa vuol dire non poter mangiare perché non hai acqua da bere e, di conseguenza patisci anche la fame. Una fame con sacchi di farina messi come scudo contro proiettili e schegge. Io so come muoiono i soldati uccisi in guerra. Io so di famiglie intere sepolte nel rifugio della propria casa minata a loro insaputa; io so di tante cose di guerra e per questo mi permetto di affermare che le guerre possono, devono essere cancellate dalla nostra vita; e questo sarà possibile se avremo il coraggio di ascoltare la voce del Vangelo che ci parla di amore e di perdono. Particolarmente di perdono, un perdono che deve assomigliare almeno un poco al perdono ampio che Dio dona ad ogni peccatore pentito. Un perdono tra le persone, tra le famiglie, ed anche tra gli Stati. Si anche fra gli Stati. Preghiamo perché questo avvenga. Tra gli Stati non si è mai parlato di perdono ed ora è forse giunta l’ora che i Capi delle Nazioni parlino anche di perdono, sappiano darsi la mano per dare inizio ad un modo nuovo di far politica. Questo dobbiamo chiedere: un modo nuovo di far politica; anche un modo nuovo di trattare gli affari. In pratica un modo nuovo di vivere tra persone, tra enti, ed anche fra Stati. Qualcuno potrebbe anche prenderci per sognatori. Sappiamo però di essere in buona compagnia: con Cristo, con la Vergine Maria, con san Francesco …
E Dio vi benedica, fr. GianMaria Polidoro ofm,